Il piu' bel viaggio della mia vita (di Fabio Alpi)

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"IL PIU' BEL VIAGGIO DELLA MIA VITA"

Ecco il mio.

Il più bel viaggio della mia vita.
Settembre 1974. 18 anni, pochi soldi in tasca e tanta voglia di conoscere il mondo. Con mio fratello Marco, zaino e sacco a pelo in spalla, ci avviamo nel pomeriggio verso la periferia della nostra città, Grosseto, e iniziamo a fare l'autostop lungo la via Aurelia. Destinazione: il nord, vorremmo raggiungere Londra dove abbiamo un appuntamento con delle ragazze. In pochi giorni raggiungiamo Parigi passando da Livorno, Aosta, Ginevra, Dijon. Dormiamo negli androni dei palazzi, nei vicoli nascosti dei paesini che attraversiamo, nei giardini pubblici, sotto le tettoie delle scuole, una volta siamo stati ospiti di stupendi sconosciuti che ci hanno messo a disposizione il loro miniappartamento parigino. Non sentiamo il disagio, non abbiamo fretta, siamo giovanissimi e abbiamo le strade del mondo da percorrere. Passata Parigi, arriviamo in serata a Calais dove dormiamo al freddo nel piazzale fuori dall'ingresso della biglietteria dei traghetti, chiusa per la notte. Traversata della Manica in hovercraft (!), le bianche scogliere di Dover e l'ultimo tratto di strada fino a Londra. E' trascorsa una settimana da quando siamo partiti da casa. Tutto questo in autostop, la gente si fidava a far salire in auto degli sconosciuti, tanto più stranieri, c'era meno diffidenza e più fiducia nel prossimo. Tramite un contatto telefonico già concordato (i cellulari non erano nemmeno nei nostri sogni….) rintracciamo le ragazze che nel frattempo avevano preso in condivisione con altri giovani un appartamento sotto il piano strada a Earl's Court dove alloggiamo in 12: dieci italiani, una tedesca ed un iraniano. Grande baldoria, una banda di scatenati pazzoidi che nel bel mezzo della notte si svegliavano e mettevano il giradischi a tutto volume e tutti insieme a ballare al ritmo dei miti di quei tempi, ricordo il ripetuto e anche troppo assiduo ascolto di “Rock your baby” di George Mc Cree e poi ancora i Beatles, gli Stones, gli Who, i Deep Purple, Led Zeppelin. Eravamo felici, spensierati, inconsapevoli del futuro, eravamo quelli che io oggi definisco “gente strana ma sana”, facevamo baldoria, ma mai droga e alcool, nel modo più assoluto! Da Londra proseguiamo verso il nord dell'Inghilterra, spesso accolti a bordo da camionisti che percorrono giornalmente la M1, fino a Wakefield nello Yorkshire. Lì abitava la nostra zia Sara (sorella di mamma che aveva sposato un ufficiale inglese in tempo di guerra), che ci ha ben volentieri ospitati per qualche giorno. Poi di nuovo a Londra a vivere questa meravigliosa metropoli: Carnaby Street che in quegli anni era il tempio degli hippyes, poi al Palace Theatre a vedere l'opera rock Jesus Christ Superstar, a Hyde Park ad ascoltare l'oratore di turno che protestava su tutto, da Madame Tussauds a farsi la foto con Jane Fonda in sella al suo chopper. Le giornate scorrevano così, eravamo uniti, sereni e ci volevamo bene. Eravamo i reduci degli anni '60, un po' “figli dei fiori”, un po' ribelli e anticonformisti, già prigionieri dei nostri ideali, ma soprattutto avevamo la voglia di vivere la vita al meglio. Sono tornato molte volte a Londra negli anni a seguire, ma mai più ho vissuto quelle meravigliose sensazioni. Dopo un po' di tempo, purtroppo, era giunto il momento di avviarsi sulla strada del ritorno, dovevo rientrare soprattutto per la scuola, dovevo iniziare (già con qualche settimana di ritardo) l'ultimo anno delle superiori per prendere il diploma di maturità. Di nuovo autostop verso Dover, nave per Ostenda per arrivare poi fino a Bruxelles. I soldi cominciavano a scarseggiare, a Londra avevamo speso molto più del previsto, ma dovevamo in un modo o in un altro tornare a casa. Ancora “on the road” fino a Monaco di Baviera. Qui ci viene incontro la fortuna! In quei giorni c'era a Monaco il Mode Woche Munchen, ovvero una grande fiera dedicata alla moda con stilisti da tutto il mondo. Per caso veniamo a sapere che avevano urgente bisogno di modelli perchè alcuni addetti ai lavori si erano ammalati e con la faccia tosta che avevamo allora, ci presentiamo e veniamo immediatamente arruolati per questo incarico. Modestamente posso dire che eravamo veramente dei bei ragazzi io e mio fratello, alti 1 m. e 90 e un bel fisico (io avevo i capelli lunghissimi) e, dismessi gli abiti del viaggio e ripuliti a modo, facevamo la nostra bella figura. Sfilate di moda con indosso giacche di pitone, pantaloni di pelle scampanati, scarpe e stivali a punta e cappelli alla Tex Willer, il mondo ci guardava mentre facevamo i fighetti sulle passerelle insieme a tante belle modelle. Avevamo fatto “bingo”: paghetta giornaliera, alloggio in un bell'attico nel centro città, cene in ristorante ed una Mercedes a disposizione per gli spostamenti. Terminata la bella esperienza della moda, a quel punto ci siamo sentiti stanchi di stare sulla strada e, grazie ai soldi in tasca, ci compriamo il biglietto del treno fino a Firenze dopo aver fatto una sosta di qualche giorno da un'amica a Esslingen, vicino Stoccarda. Tanto per non perdere l'abitudine l'ultimo tratto da Firenze a casa, di nuovo in autostop. Da lì in avanti, la vita è stata tutto un susseguirsi di impegni e vicende che hanno caratterizzato la mia esistenza: gli studi, il servizio militare, i duri anni alle acciaierie, i primi viaggi importanti: Sri Lanka, Messico, Malesia, India, Perù, e poi le mogli, i figli, i lutti, la decina di case che ho cambiato, il mio lavoro, anzi la “professione”, così amo definire il nostro lavoro di agenti di viaggio, con tutto quello che ne consegue: i timori, le indecisioni, i successi, le aspettative e le soddisfazioni, le notti insonni e le giornate di gioia, le delusioni e le gratificazioni, i rischi e gli azzardi, le responsabilità, la sicurezza economica raggiunta dopo tanti anni. Ritornando al viaggio, ecco, questo è stato il più bel viaggio della mia vita, quello che mi ha lasciato emozioni e sensazioni indelebili che ancora oggi, dopo 50 anni e dopo aver girato più volte il mondo in lungo e in largo, non ho più provato. Spero di non avervi annoiato. Buona vita a tutti!
Fabio Alpi / Amministratore e Direttore Tecnico Frenesia Viaggi Tour Operator dal 1994.
Foto: Fabio sugli Champs Elysees 1974